La Toscana: la patria della pelletteria
Oltre le bellezze storico-naturalistiche, questa terra è ricca di artigianato

Azienda Agraria Chiarentana di Donata Origo

La Toscana è una regione di estrema ricchezza naturalistica e culturale. Forse, non sapete che uno dei motivi per cui le persone vengono a visitala è anche un altro.
Questa regione produce il 17% del cuoio mondiale. Sì, è una delle maggiori produttrici e la sua tradizione risale al Medioevo. Le prime testimonianze sono del 1200.

L’industria della pelle si è sviluppata soprattutto grazie alle infrastrutture della Val D’Elsa, ma il cuoio italiano più rinomato al mondo è quello fiorentino. Ne parleremo meglio più avanti.
Prima vediamo come viene trattata la pelle.

La concia delle pelli


La concia delle pelli è un processo chimico che permette di conservare le pelli e renderle durevoli nel tempo, morbide, traspiranti, resistenti e impermeabili. Ci sono diversi tipi di conce, le più utilizzate sono quella al cromo e quella vegetale.
Conciare la pelle è fondamentale per bloccarne il processo di deterioramento e renderla lavorabile.
La lavorazione più famosa è quella del Cuoietto Artistico fiorentino, che viene eseguita a mano: i prodotti realizzati con questa tecnica vengono tagliati e incollati a mano, con materiali naturali, intarsiati o incisi, colorati con pigmenti naturali. Ogni pezzo che viene realizzato è, in questo modo, unico.

La tradizione del cuoio a Firenze


Ci sono testimonianze della lavorazione del cuoio a Firenze, che risalgono all’epoca degli Etruschi. Nel Medioevo, con la nascita delle corporazioni possiamo iniziare a parlare di industria della pelle, tanto che è stato scritto uno statuto a cui bisognava attenersi: i prodotti dovevano rispondere a determinati standard, che erano già molto alti, anche per l’epoca.
L’eccellenza nasce in questo momento e sopravvive alla crisi dell’'800, quando la concorrenza delle concerie del nord Italia ed estere mandano in crisi il mercato. La soluzione è stata creare prodotti alla portata della massa.

A favorire lo sviluppo di questa industria è stata la presenza del fiume Arno. Fondamentale per il trasporto delle merci, le sue acque venivano usate anche per la concia.
Ma hanno avuto un ruolo centrale pure le politiche adottate fin dal Medioevo e dal Rinascimento.
Gli statuti di categoria vennero mantenuti e rinnovati per mantenere sempre dei criteri qualitativi altissimi. 
Nel 1562 Cosimo de’ Medici istituì l’Arte dei Calzolai, in cui vennero fatte rientrare le categorie dei Cuoiai e dei Galigai. Per chi aderiva e non rispettava gli standard imposti, erano previste pene molto severe. Non era neanche consentito vendere scarpe prodotte con cuoio diverso da quello fiorentino.
Nello stesso momento venne anche fondata l’Università dei Maestri del Cuoiame, in cui chi voleva svolgere questo mestiere doveva formarsi. Gli insegnamenti dell’epoca vengono ancora seguiti dai pellettieri di oggi.

Dove acquistare la pelletteria fiorentina


Fino qui vi abbiamo parlato della storia della pelletteria fiorentina e della sua lunga tradizione, che viene ancora portata avanti con dedizione e cura.
Gli standard qualitativi sono a oggi altissimi, questo lo dimostra sia il fatto che ancora un’azienda su tre che produce cuoio ha sede qui, sia la grande richiesta di pelle fiorentina a livello mondiale. Ricordiamo che la Toscana produce il 17% della pelle conciata mondiale.
Se durante un soggiorno a Firenze doveste voler acquistare un manufatto in pelle fiorentina, dove dovreste andare?
In via delle Conce e via dei Conciatori, al mercato di San Lorenzo, nel quartiere Santa Croce, via dei Cerretani e via Pellicceria.

Conclusioni


Durante il vostro prossimo soggiorno in Toscana, oltre a una bottiglia di vino e qualche ottimo prodotto enogastronomico, potreste valutare di portarvi a casa un pezzo unico della pelletteria fiorentina. Sarebbe un souvenir insolito, ma sicuramente unico e durevole.

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