Se siete amanti della storia e dell’archeologia c’è un motivo in più per venire a trovarci, a pochi passi da noi infatti, nell’incantevole borgo di San Casciano dei Bagni, gli scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande hanno permesso di riportare alla luce una delle più importante scoperte archeologiche degli ultimi anni: il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo.
Lo scavo, condotto dal Comune di San Casciano dei Bagni su concessione della Direzione Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province del Ministero della Cultura, ha riportato alla luce oltre venti statue che raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti in un eccezionale stato di conservazione. Le calde acque della sorgente termale hanno permesso di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino incise sulle statue.
È possibile datare la maggior parte delle statue tra il II e il I secolo a.C. un periodo storico molto particolare che vede il passaggi tra Etruschi e Romani. Un’epoca di conflitti fra Roma e le antiche città etrusche che pure sembrano fermarsi in questo Santuario. Qui infatti famiglie romane ed etrusche dedicarono le statue alle divinità che le avevano guarite; i dedicanti giungevano da tutto il territorio di Chiusi e Perugia creando così un contesto multiculturale e di pace in un periodo storico caratterizzato da instabilità politica e guerre.
Probabilmente le statue erano posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino e si pensa che le statue siano state deposte nell’acqua sacra in modo rituale. Gli atti votivi proseguirono poi per diversi secoli fino al IV secolo d.C. con la deposizione di circa 6.000 monete in argento, bronzo e oro.
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Agli inizia del V secolo d.C. il Santuario venne smantellato e chiuso e il suo grandissimo tesoro coperto con grandi tegole.
Lo scavo è coordinato dal prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e diretto sul campo dal dott. Emanuele Mariotti per conto del Comune di San Casciano dei Bagni; la tutela è diretta dalla dr.ssa Ada Salvi della Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo. La campagna di scavo è stata integralmente finanziata dal Comune di San Casciano dei Bagni e si avvale anche del contributo di società e fondazioni internazionali (Ergon, Heureka Ambiente, Vaseppi Trust, Fondazione Friends of Florence, Max Ulfane). La conservazione e il restauro sono condotte dalla dott.ssa Wilma Basilissi dell’Istituto Centrale del Restauro in collaborazione con la dott.ssa Pozzi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze ha inoltre coadiuvato la direzione scientifica dello scavo nelle operazioni di sicurezza del cantiere di scavo e dei reperti. La ditta Ecol-B è intervenuta nelle fasi più complesse dello scavo e per la messa in sicurezza del cantiere, garantendo un apporto fondamentale per i primi restauri conservativi alle strutture emerse dal fango.
Più di sessanta studenti e studentesse provenienti da undici università nazionali e internazionali hanno partecipato alle 16 settimane di scavo. La loro presenza non solo ha costituito un’occasione eccezionale di confronto tra tradizioni diverse di scavo archeologico, ma anche rivitalizzato il borgo medievale di San Casciano dei Bagni in una prospettiva plurilinguistica e multiculturale che è lo specchio della vita attorno all’antico santuario e alle sue statue.
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In questo momento i Bronzi di San Casciano sono in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove si fermeranno fino al 24 Giugno 2024.